Effetto terra
Emergenze ambientali, manipolazioni genetiche, nature artificiali: sono sempre più numerosi gli artisti che si interessano a questi temi dedicando loro opere in cui alternano indagine, denuncia, progetto e utopia. Con l’efficacia e la sinteticità proprie del linguaggio visivo, gli artisti hanno infatti saputo non solo farsi interpreti di questioni che appartengono alla sensibilità di molti, ma rendere tangibili scenari altrimenti intangibili. Temi e questioni diverse che hanno un’origine comune: la convinzione che qualsiasi riflessione di tipo estetico non possa che prendere avvio da una responsabilità etica nei confronti della ricerca scientifica e della tecnologica e di quali conseguenze questa sviluppi sul paesaggio naturale e comportamentale in cui abitiamo. L’analisi scientifica della natura ha consentito anche agli artisti di addentrarsi nelle dinamiche dell’ambiente in cui viviamo, di farle proprie e quindi di porsi in una posizione critica, abbandonando quella ‘contemplazione’ della natura che aveva contraddistinto la produzione artistica fino alla fine del IXX secolo. Il libro è costruito come un percorso espositivo, composto da capitoli tematici che attraverso testi e immagini alternano indagine sul presente e prefigurazione del futuro. Per ogni capitolo le immagini sono accompagnate da brevi testi introduttivi e arricchite da una piccola antologia di testimonianze dirette, cui fa da contrappunto la voce di scienziati, filosofi e storici dell’arte.
Luigi Ferrario. Paesaggi costruiti-Land Shapes
Il volume illustra l’attività architettonica di Luigi Ferrario, professionista impegnato nei settori di progetto di residenza, di interni, di recupero urbano e di restauro.
I saggi introduttivi sottolineano le peculiarità del suo operato che riesce a coniugare un’approfondita cura per il dettaglio tecnico e costruttivo e un’attenta sensibilità per il contesto – costruito o naturale – in cui l’intervento va a inserirsi. Recupero e innovazione, luoghi storici e memorie del Moderno si intrecciano e convergono nella scelta dell’architetto di interpretare il presente secondo una linea razionale che si collega alla lezione dei Maestri del ‘900, in particolare di Ludwig Mies van der Rohe e di Alberto Sartoris. Seguono, nel volume, un’accurata disamina dei numerosi lavori eseguiti, e apparati biobibliografici.
Nuovi Committenti
Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo 2008
[www.silvanaeditoriale.it]
Oggi a Torino, nel quartiere Mirafiori Nord ci sono quattro opere d’arte nate intorno ad altrettante funzioni: il Laboratorio di Storia e storie, uno spazio didattico aperto alle scuole progettato da Massimo Bartolini in una piccola cappella barocca, Totipotent Architecture, la scultura abitabile di Lucy Orta di fronte a un liceo, Multiplayer, il campo da gioco di Stefano Arienti in un nuovo parco pubblico e l’Aiuola Transatlantico di Claudia Losi tra le case di un complesso di edilizia pubblica.
Ognuna di queste opere-luoghi è il risultato di un articolato processo che si è sviluppato attraverso immaginari e prassi condivise, secondo un modello – quello dei Nuovi Committenti, già conosciuto in Europa e applicato qui per la prima volta in Italia – che da un lato riconosce ai cittadini un ruolo attivo nelle decisioni riguardanti i cambiamenti fisici, culturali e sociali dei loro luoghi di vita e, dall’altro, risponde a un programma diretto a promuovere, attraverso misure finanziarie e interventi strategici e integrati, una nuova politica di rigenerazione urbana rivolta a città e quartieri disagiati.
Il volume documenta le quattro committenze realizzate, attraverso ampi interventi critici e immagini fotografiche.
L'urbanistica del disprezzo
Prendendo in esame una ventina di province italiane, questo libro descrive luoghi e condizioni in cui vivono gli zingari, in particolare i rom provenienti dalla ex-Jugoslavia. Baraccopoli nelle discariche, tra i binari e strade di scorrimento veloce, in terreni senza acqua potabile, senza luce elettrica, senza servizi. Ma anche strategie di adattamento; l’edilizia che sfrutta le risorse dei cassonetti e il gusto di riciclare oggetti; le donne che organizzano la vita delle famiglie in condizioni impossibili; il rafforzamento di alcuni tratti dell’identità culturale come scelta politica di difesa collettiva dalle ruspe, dagli sgomberi e dalla discriminazione. Più che un libro sui rom e sui sinti questa è una riflessione su come i diversi settori dello stato e della società di disciplinano la loro vita e regolano i rapporti tra zingari e non zingari nel nostro paese. Non contiene deprecazioni o lamentele, ma precise descrizioni, resoconti cronologici, riflessioni autobiografiche, che parlano più chiaro di qualsiasi denuncia.
Antonio Rovaldi. Marcamenti
Una parte consistente del lavoro di Antonio Rovaldi si sviluppa attorno all’idea di ‘luogo’, visto innanzitutto come spazio da attraversare col corpo e successivamente come paesaggio da reinventare, da reinterpretare aprendosi a segnali e indicazioni che derivano dal vissuto personale, dalla memoria, dal sogno e persino dalla letteratura. Allora nei video dell’artista sempre si alternano e si sovrappongono due sguardi: uno più analitico (quasi da ‘documentarista’ interessato ad aspetti antropologici e geologici del territorio) e uno più aperto alle possibilità di abbandono estetico, alle suggestioni che derivano da una visionarietà che, pur misurata, crea un gioco di continui rimandi simbolici, libere associazioni, accostamenti involontari e dissonanze improvvise rispetto alla realtà del luogo.
Così, sospesi in un tempo ciclico e indefinito, abitati da figure ambigue e misteriose (quasi apparizioni che comunicano con l’ambiente circostante attraverso una gestualità segreta e indecodificabile), i paesaggi che Antonio Rovaldi ama restituirci restano sempre sottilmente in bilico tra possibile e visionario, ordinario e soprannaturale, descrizione e rivelazione.
Proprio attorno a questo nucleo di lavori dedicata al paesaggio si articola la mostra Marcamenti (maggio-luglio 2005), contenente una selezione di lavori video e fotografici appartenenti come Le spiagge bianche, 2004; Non ricordo esattamente quando – Video Appunti Vulcano, 2002 e una nuova scultura, Indaga – Come un suono suonato dal vento, prodotta appositamente per gli spazi del Museo dell’Arredo Contemporaneo.